La disfatta dell’Italia calcistica
L’Italia non parteciperà al prossimo Campionato del Mondo di calcio dopo la sconfitta avvenuta per 1 a 0 con la Svezia il 10 novembre 2017, un punto prezioso di vantaggio mantenuto dalla squadra avversaria sul campo di gioco, sufficiente inoltre per farla proseguire nel suo percorso di qualificazione. L’Italia invece va fuori, dopo 60 anni di storia calcistica, il 13 novembre nella partita di ritorno. Molti giornalisti, dopo il risultato degli “Azzurri”, hanno disquisito riguardo le dimissioni di Tavecchio, ormai ex dirigente della FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio) e dell’allenatore Ventura. Probabilmente la prima dirigenza non doveva essere eletta (pensando alle numerose gaffe per le quali si è reso tristemente noto), al contrario doveva esser data precedenza ad altre persone in grado di dare prestigio a questo calcio che, negli ultimi anni, non ha dato buoni esempi. Ricordo, poco prima della disfatta per la qualificazione al Mondiale 2018, la penosa vicenda del ritrovamento di adesivi (con l’immagine di Anna Frank vestita con la maglia della Roma) da parte della tifoseria laziale in una curva dello Stadio Olimpico della Capitale. Vorrei aggiungere anche i fischi della tifoseria italiana durante l’esecuzione dell’Inno Nazionale svedese, atto per il quale, durante la diretta TV, nessun giornalista ha osato commentare e criticare. Ci sono moltissimi aspetti da rivedere in questo calcio italiano, in primis il ritorno agli aspetti etici e morali delle dirigenze e delle tifoserie, poi si potrà intervenire sulla “tecnica di gioco” che, a mio modesto parere, resta del tutto secondaria rispetto ai Valori da recuperare. “Giusto è giusto, anche se nessuno lo sta facendo; sbagliato è sbagliato, anche se tutti lo stanno facendo”.
(Agostino di Ippona; Filosofo, vescovo e teologo berbero con cittadinanza romana, Tagaste 354 – Ippona 430)
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