La scuola riparte
La scuola riaprirà le sue porte agli alunni il 14 settembre 2020; sinceramente (e non è questa un’opinione personale) non c’è stata l’organizzazione che tutti si aspettavano: i ritardi delle decisioni importanti creano disagio, confusione e sfiducia. Doveva esserci una “convergenza di forze e di soluzioni” (insieme di parole che non avrei voluto utilizzare perché, nel politichese, se ne fa abuso) che doveva dare risposte chiare, adatte al contesto. Purtroppo no. Molto denaro per comprare banchi nuovi monoposto e sedie a rotelle (il virus forse vogliono ucciderlo facendolo morire dal ridere?). Non era idea migliore dare in dotazione alle scuole più termoscanner (rilevatori di temperatura)? Senza considerare il discorso dei soggetti fragili che dovevano essere tutelati (molti insegnanti, pur con patologie croniche, che assumono farmaci salvavita ed altro ancora) non hanno soluzione: si tufferanno anch’essi nell’aula, senza una proroga (oppure prevedere un orario ridotto con un completamento dello stesso in smart working) che poteva davvero tutelarli nella fase iniziale della ripresa. Come sempre i docenti si solleveranno le maniche e, a loro spese, pagheranno tutte le scelte scellerate. “Sono le scelte che facciamo che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità” (J. K. Rowling – Scrittrice, sceneggiatrice e produttrice cinematografica britannica).
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