Volkswagen trucca i motori
Diversi giorni fa l’Agenzia Federale degli Stati Uniti (EPA) che vigila sul rispetto delle leggi e degli standard ambientali, annuncia la notizia che la casa automobilistica Volkswagen ha truccato i motori delle automobili diesel, aggiungendo un software che entra in azione (modificando le prestazioni del motore e falsando quindi i valori delle emissioni inquinanti) soltanto durante i controlli. Cade quindi rovinosamente a terra ciò che è stato presente nell’immaginario collettivo di molte persone riguardo la Germania, ovvero della sua inattacabile integrità morale, della sua perfezione tecnologica, del suo grande “rigore”. Nessuno è perfetto, questo è un dato di fatto. Probabilmente anche altri costruttori adotteranno misure non propriamente ecologiche all’interno dei propri propulsori, propagandando macchine pulitissime, quasi da tenere accese in camera da letto o in soggiorno. Si parla del danno di immagine, del crollo dei titoli in borsa, di tutto ciò che ne deriva con un accanimento forse anche oltre misura. Allora aggiungo una riflessione: non si dovrebbe provare sdegno anche sul mancato raggiungimento degli obiettivi importanti ed urgenti del Protocollo di Kyoto? Nessuno in realtà vuole ridurre l’inquinamento per un semplice motivo: ci sono costi elevati da sostenere. Così, in questa infinita gara mondiale su chi arriva primo, sul più “economicamente influente” di tutti, continuiamo ad appestare l’aria che respiriamo, senza regole e, ben più grave, senza timori. “In un paese sottosviluppato non bere l’acqua. In un paese sviluppato non respirare l’aria” (Jonathan Raban – Scrittore inglese di viaggi – romanziere).
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